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    B_NORM    
    view post Posted on 23/2/2011, 12:28 by: izolanoReply
    "Bertone non vada dal premier" sui giornali delle diocesi la rivolta del mondo cattolico
    di La Rocca Orazio

    "Mubarak e sua nipote"; "Fermiamo la macchina del fango"; "Cardinale, non incontri il premier"; "Se non ora, quando? Migliaia in piazza"... Sono solo alcuni dei titoli degli editoriali dei settimanali diocesani questi giorni in edicola dedicati a Berlusconi. Che testimoniano la "rivolta" morale sul caso Ruby e sui festini di Ar-core scoppiata nella base cattolica col placet dei vescovi. Sono gli editoriali dopo la manifestazione delle donne e il rinvio a giudizio del premier. Un severo atto d'accusa che arriva dalle Chiese locali attraverso i periodici della Fisc (la Federazione italiana settimanali cattolici): 188 giornali che distribuiscono oltre un milione di copie nelle diocesi, nelle parrocchie, nei conventi e nelle comunità monastiche. Tra i più indignati La Voce del Popolo (Brescia), che pubblica una lettera-appello al segretario di Statovaticano Tarcisio Bertone ("Cardinale, non incontri il premier") per chiedergli di non partecipare con Berlusconi alla celebrazione dei Patti Lateranensi, perché «la situazione morale e politica, i dubbi (poco dubbi per la verità) sulla moralità e il rispetto della le b: e della nostra classe politica impongono scelte coraggiose da parte di chi dovrebbe guidare i fedeli...». Bertone—come si sa — poi ha visto il premier il 18 febbraio (un incontro freddo e senza faccia a faccia), ma è significativo che una delle diocesi italiane più importanti, Brescia, non abbia censurato una voce contraria. Grande attenzione alla manifestazione delle donne del 13 febbraio. "Dignità al femminile per risalire", titola l'Unione Monregalese (Mondovì) che racconta l'appello "Se non ora, quando?" lanciato domenica scorsa «anche a Mondovì, pervedere restituita la dignità piena all'universo femminile deturpato da messaggi insistiti sulla bellezza esibita in modo sfacciato, sulla sessualità irresponsabile, sulla compravendita del corpo». Ancheil CorrierediSaluzzotitola"Se non ora quando, migliaia in piazza" e parla di una «manifestazione rigorosamente apartitica e senza bandiere, ma inevitabilmente caratterizzata da slogan e battute con espliciti riferimenti alla vicenda Berlusconi-Ruby e al bunga-bunga», col premier «additato più come cattivo esempio da non imitare che come avversario politico da sconfi ; ere». Trai più severi i due settimanali di Torino: II Nostro Tempo elogia l'intervento di suor Eugenia Bonetti al palco di piazza del Popolo ("Nelle parole di una suora il senso di un grande basta"); e La VocedeìPopolo, chededicaalpremier due articoli: su Ruby, parlando di "Mubarak, e sua nipote", e sul rinvio a giudizio ("Verso il rinvio..."). Il Cittadino (Lodi) lancia un appello a reagire all'ondata di «fango evergogna» invitando a«toglierci le pantofole» eag...

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    Berlusconi,
    CEI,
    Chiesa cattolica
    Comments: 0 | Views: 47Last Post by: izolano (23/2/2011, 12:28)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 26/1/2011, 00:42 by: izolanoReply
    di MASSIMO FRANCO

    Forse, la considerazione più amara riguarda il presagio di sconfitta che accompagna tutti i protagonisti Dire, come fa il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che comunque vada a finire «nessuno ricaverà motivo per rallegrarsi né per ritenersi vincitore» mostra tîna consapevolezza acuta dei rischi che si corrono. Per Berlusconi, c'è quello di sopravvivere malamente ad un'inchiesta che sfigura il suo profilo. Per gli avversari e per la Procura di Milano, di essere associati ad una dogica conflittuale» che nega l'equilibrio fra istituzioni. La relazione di ieri ad Ancona è stata la prima analisi ufficiale dei vertici dell'episcopato cattolico dopo l'ennesimo scandalo sulla vita intima del premier. E riflette non solo la posizione dei vescovi ma del Papa, incontrato da Bagnasco sabato scorso. Conferma la volontà di sottolineare in modo esplicito «il disagio morale» provocato dalle notizie di «comportamenti contrari al pubblico decoro»; e di «stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza». Insomma, pur senza essere citato Berlusconi viene evocato e criticato. Ma il presidente della Cei è attento a non oltrepassare i limiti della sua competenza. E dunque evita di offrire sponde all'opposizione.

    E l'Italia intera ad essere additata con preoccupazione e quasi angoscia: la stessa del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Bagnasco cita la «disciplina e l'onore» che l'articolo 54 della Costituzione richiede a chi ha funzioni pubbliche. Ma allude anche all'«ingente mole di strumenti di indagine» usati dai magistrati; e «qualcuno si chiede», aggiunge, «a che cosa sia dovuta». E un tentativo di tenere conto di ogni aspetto della vicenda: incluse le perplessità sui metodi della magistratura_ La Cei vuole star fuori dalla mischia. Osserva con preoccupazione poteri che da anni si guardano con diffidenza e «si tendono tranelli».

    È l'Italia dell'impasto mici-diale fra debolezza etica e fibrillazione politica. Su questo, le parole di Bagnasco vanno oltre il turbamento espresso nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica. Fotografano una società destinata ad essere segnata da ferite profonde; sballottata da conflitti che ripropongono all'infinito il passaggio da una situazione abnorme all'altra. Per questo c'è un invito a «fermarsi tutti, e in tempo»; e si chiede che venga fatta rapidamente chiarezza «nelle sedi appropriate». Affiora il timore di una sfasatura fra la nazione ed i suoi rappresentanti. E la cautela delle reazioni lascia capire che le parole sono andate a segno. Bagnasco non poteva parlare diversamente, viste le pressioni provenienti dal mondo cattolico. Ma non ha avanzato richieste «politiche», né offerto pretesti per utilizzare le ultime due pagine delle quattordici della «prolusione»: quelle riferibili all'inchiesta sulla ragazza marocchina, per la quale Ber-lusconi è stato indagato. Da ieri, però, palazzo Chigi sa che la Cei cont...

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    Berlusconi,
    CEI,
    Chiesa cattolica,
    morale,
    politica,
    Vaticano
    Comments: 0 | Views: 43Last Post by: izolano (26/1/2011, 00:42)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 5/5/2009, 13:26 by: izolanoReply
    il divorzio di berlusconi dalla moglie diventa fatto pubblico. E il fronte cattolico comincia a prendere posizione. Il giornale della CEI, l'Avvenire critica pesantamente il comportamento assunto dal Cavaliere.


    può aver suscitato qualche stupore che la first lady, da «parte offesa», abbia scelto la maggiore agenzia giornalistica per commentare le discutibilissime scelte del marito-premier e, qualche giorno dopo, due tra i più grandi giornali italiani per metterlo idealmente alla porta. E lui? Il presidente esuberante, il presidente esteticamente corretto, allergico alla bruttezza e con un debole dichiarato per la gioventù delle attrici in fiore, pur avendo scelto la guasconeria come arte del consenso ora scopre di colpo il basso profilo e la privacy. E grida al complotto.
    È chiaro che a nessuno è lecito usare i disastri altrui come arma politica. E a nessuno dovrebbe essere concesso di sguazzare là dove sono in gioco i sentimenti delle persone e la vita di una famiglia. Essere ricchi, potenti e famosi non mette al riparo dalle sofferenze, i soldi non risarciscono nessun figlio dal dolore di assistere alle liti e al divorzio dei genitori. Tanto più se pubblicamente.
    Pubblicamente, allora, qualche appunto va preso: ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto «ciarpame» alla fin fine farebbero volentieri a meno. Preoccupa perché la politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di sé. Non ci è piaciuto quel clima da scambio di 'favorini' veri, falsi o presunti tra amici e amiche. E ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi, arriva il momento del conto.
    Possiamo dirlo? Questa volta abbiamo vissuto con autentica tristezza il valzer delle candidature: se ci fossero davvero in lista d’attesa veline o attricette non lo sapremo mai, ma anche solo l’ipotesi di un uso delle ragazze come esca elettorale è suonata sconfortante. Perché inaccettabile è una concezione della donna meramente strumentale: la «candidata» dev’essere bella, giovane, piacente... possibilmente disponibile. Magari così solo allo sguardo degli estranei, ma si sa che le apparenze contano. E queste rivelano un ricorso talora spregiudicato al potere. Tuttavia la politica buona, quella che a volte diventa anche grande, è del potere un uso ben temperato, è sereno rigore, è consapevolezza della tenace significanza di un impegnativo discrimine etico. È tenere sempre bene a mente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel «fare».
    Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a varare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e ...

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    Comments: 0 | Views: 62Last Post by: izolano (5/5/2009, 13:26)
     

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