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| "La convivenza è possibile se ci sono delle norme e degli accordi che permettano alle persone che hanno un vissuto e culture differenti di riconoscersi e di rispettarsi. La gente che desidera essere integrata in questa società,c'è ma non fa notizia". Ad affermarlo è Asfa Mahmoud, Presidente della Casa della cultura islamica di Milano, da tempo in prima linea alla ricerca di modalità che favoriscano un compiuto quanto pacifico dialogo interculturale.
"La mia è una religione aperta e non chiusa. Riconosco purtroppo che non per tutti i musulmani è così" dice, commentando i sempre più numerosi episodi di violenza attraverso i quali gruppi musulmani estremisti tentano di confondere fede e politica ed egemonizzare l'islam italiano.
Alcuni mesi or sono, dopo l'intervento di Gianfranco Fini che fece molto discutere e secondo il quale gli imam italiani avrebbero dovuto predicare in italiano, Mahmoud rispose che nella Casa della cultura islamica di Milano, fin dalla sua fondazione nel 1993, il sermone della preghiera del venerdì, la cosiddetta khutba, è tenuto sempre in italiano.
"L'intervento del presidente Fini non ci ha colto di sorpresa. Siamo una realtà che punta ad una piena integrazione" aggiunse in quell'occasione.
Sin dalla nascita, l'Associazione ha promosso molte iniziative finalizzate all'inserimento dei fedeli musulmani nella società italiana. Con la Chiesa cattolica, dal 1996, è stato creato il Forum delle religioni, che registra la partecipazione di tutte le principali confessioni ossia cristiani, ebrei, buddisti e musulmani, e si è avviato un proficuo dialogo, che due anni or sono è culminato con l'approvazione dello Statuto.
Con riferimento allo specifico episodio che vide i musulmani riunirsi in preghiera in Piazza Duomo, a seguito di una manifestazione di solidarietà a favore del popolo di Gaza, Mahmoud condivide il principio secondo il quale il sostegno non va confuso con la questione religiosa.
"Credo anche che gli organizzatori della manifestazione non avessero in programma la preghiera. L'afflusso di migliaia di persone ha spiazzato anche loro, e quando si è capito che Piazza San Babila non sarebbe bastata a contenere tutti, la polizia ha dato il permesso di andare verso Piazza Duomo. Quando i partecipanti sono arrivati in piazza, era l'ora della quarta preghiera del giorno e la gente si è messa a pregare spontaneamente".
Da sottolineare, tuttavia, che nel corso delle manifestazioni di Milano e Bologna, fu dato fuoco a bandiere israeliane. Sull'accaduto, Mahmoud ribadisce la posizione dell'Associazione sottolineando di aver provveduto ad esprimere la più ferma condanna, chiarendo la vicenda attraverso un comunicato stampa, che anche la Chiesa ha accettato, nel quale la comunità musulmana ha provveduto a scusarsi.
"Spetta agli italiani valutare ogni...Read the whole post...
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