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    B_NORM    
    view post Posted on 5/4/2011, 12:50 by: izolanoReply
    Voluto espressamente dal presidente francese il dibattito è stato boicottato dai rappresentanti musulmani si svolge oggi a Parigi un contestato convengno su laicità e ruolo dei musulmani in Francia promosso dall'UMP , il partito di Nicolas Sarkozy,

    Una decina di ministri dovrebbero essere presenti all'evento che si svolgerà nel pomeriggio in un hotel parigino e che dovrà concludersi con una proposta di risoluzione parlamentare, un testo non vincolante, e alcune misure specifiche, senza toccare la legge del 1905 che sancisce una netta separazione fra le chiese e lo Stato. Fra gli argomenti in agenda figurano la formazione degli imam, i luoghi di culto, la redazione di un "codice della laicità e della libertà religiosa", le regole all'ospedale e all'asilo e la creazione di un "diploma sulla laicità e i principi repubblicani". L'annuncio di questo nuovo dibattito ha sollevato le critiche di numerosi musulmani, che in Francia sono fra i 5 e i 6 milioni. Il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), principale organo rappresentativo della comunità musulmana in Francia, ha annunciato che boicotterà la riunione, sottolineando l'esasperazione dei musulmani che si sentono "trattati come i capri espiatori" dei problemi della società francese. Sabato, centinaia di persone avevano manifestato a Parigi contro la convenzione. I musulmani pertanto hanno annunciato che saranno rappresentati da "osservatori", come i cattolici, i protestanti e gli ortodossi. Per gli ebrei, il Grande rabbino di Francia, Gilles Bernheim, ha fatto sapere che parteciperà personalmente al dibattito. Il Primo ministro, Francois Fillon, che sarà assente, non aveva nascosto fin dall'inizio la sua ostilità all'idea di questa convenzione. Anche altri membri dell'Ump come il ministro della Solidarietà, Roselyne Bachelot, hanno annunciato che non vi assisteranno.

    Fonte: TMNews

    Tags:
    Francia,
    islam,
    laicità
    Comments: 0 | Views: 59Last Post by: izolano (5/4/2011, 12:50)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 27/3/2011, 11:02 by: izolanoReply
    Esce oggi sul giornale la Repubblica una intervista esclusiva ad Asia Bibi, la donna pachistana arrestata nel 2009 con l'accusa di blasfemia e poi condannata a morte nel 2010. L'accusa venne lanciata da un suo vicino di casa, è di aver insultato il profeta Maometto e poi di essersi rifiutata di convertirsi alla religione islamica. Asia Bibi è infatti appartenente alla minoranza cristiana del Pakistan. Il suo caso è salito alla ribalta internazionale e conseguentemente ha provocato violenze in tutto il Pakistan: recentemente, Shabhaz Batthi il ministro cristiano per le minoranze religiose che aveva detto di voler lottare per abolire la legge sulla blasfemia è stato ucciso a sua volta da alcuni terroristi islamici.

    Prima di lui era stato assassinato anche il governatore dello Stato del Punjab, Salmaar Tasmeer, anche lui impegnato nella lotta contro la blasfemia. Asia Bibi è madre di cinque figli, vive in isolamento e non ha diritto neanche all'ora d'aria perché si teme possa essere assassinata. Esponenti fondamentalisti islamici hanno infatti promesso che anche se dovesse essere liberata, la ucciderebbero loro. La Repubblica, primo giornale al mondo, è riuscita ad avvicinarla tramite il marito Ashiq per una intervista. Asia Bibi è malata fisicamente e soffre anche mentalmente. La sua è una disperata richiesta di aiuto. "Mi sento soffocare in queste quattro mura in ogni momento. Ogni minuto che passa mi sembra essere l'ultimo. Mi sveglio ogni mattina pensando che forse quello sarà il mio ultimo giorno: e allora piango. Piango per i miei figli e per mio marito".

    fonte: il sussidiario

    Tags:
    blasfemia,
    islam,
    Pakistan,
    persecuzioni cristiane
    Comments: 0 | Views: 235Last Post by: izolano (27/3/2011, 11:02)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 9/9/2010, 13:56 by: izolanoReply
    Un pastore protestante della Florida che intende bruciare copie del Corano il prossimo 11 Settembre, anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, ha detto ieri non voler recedere dal suo proposito malgrado gli avvertimenti che il suo gesto potrebbe creare pericoli alle truppe Usa in Iraq.

    Terry Jones, a capo della piccola chiesa protestante di Gainesville, Florida, deciso a far propaganda contro quello che chiama "l'Islam radicale", sta resistendo alle pressioni giunte da tutto il mondo. "Non siamo convinti che credere sia la cosa giusta. Bruciare il Corano è richiamare l'attenzione su qualcosa che è sbagliato" ha detto ai giornalisti Jones, capelli grigi e grossi baffi, autore del libro "Islam è il Diavolo". "Dobbiamo levarci contro il terrorismo", ha aggiunto facendo riferimento all'11 Settembre.

    Nei gironi scorsi i leader religiosi Usa hanno condannato la "frenesia anti musulmana" negli Stati Uniti, compreso il suo progetto di bruciare una copia del Corano.

    Capi cristiani, musulmani ed ebrei hanno denunciato "informazioni sbagliate e una forte bigotteria" contro i musulmani Usa, conseguenza del progetto di costruire un centro comunitario musulmano ed una moschea non lontano dal luogo in cui l'11 settembre 2001, aerei dirottati da militanti del gruppo islamico estremista al Qaeda uccisero a New York 2.752 persone.

    Le tensioni sono salite con l'avvicinarsi sia della ricorrenza dell'11 settembre sabato prossimo sia del festival musulmano che celebra la fine del Ramadan, che si prevede si concluda venerdì.

    Leader religiosi, tra cui l'arcivescovo cattolico di Washington cardinale emerito Theodore McCarrick e il dottor Michael Kinnamon del National Council of Churches, hanno diffuso una nota dicendo di essere "preoccupati dalla frenesia antimusulmana" e "spaventati da questa mancanza di rispetto per un testo sacro".

    "Attaccare una qualsiasi religione negli Stati Uniti è far violenza alla libertà di religione di tutti gli americani", hanno detto i leader religiosi, tra cui il rabbino David Saperstein, capo della Union for Reform Judaism, ed il rabbino Julie Schonfeld della Association of Conservative Rabbis.

    Il generale David Petraeus, capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan, ha detto in una dichiarazione che bruciare il Corano potrebbe "mettere in pericolo le truppe e minacciare lo sforzo complessivo" per stabilizzare la situazione afghana.

    FONTE:REUTERS

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    dialogo interreligioso,
    intollerranza,
    islam,
    protestantesimo
    Comments: 0 | Views: 54Last Post by: izolano (9/9/2010, 13:56)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 31/8/2010, 16:54 by: izolanoReply
    Cristiani d’Indonesia in piazza a Migliaia hanno partecipato ieri a Jakarta ad una funzione protestante al Monumento nazionale (Monas), davanti al Palazzo di Stato, residenza del presidente Susilo Bambang Yudhoyono. La Chiesa protestante dei Batak (Hkbp) ha organizzato la funzione per protestare contro l’indifferenza del governo, a fronte delle continue persecuzioni subite ad opera di estremisti islamici.

    Lo scrive Irwan Firdaus dell’Associated Press, secondo cui da mesi ai cristiani della città industriale di Bekasi è stato vietato di pregare sul terreno sul quale sorge la loro chiesa, chiusa da tempo. Un mese fa, il comune di Bekasi ha chiuso il locale dove si tenevano le funzioni della comunità Hkbp di Bekasi, ma ha permesso loro di celebrare all’aperto. Dove però i cristiani sono arrivati a trovare escrementi umani abbandonati sul terreno, mentre le preghiere sono state interrotte da manifestanti che intonavano «Infedeli!» e «Andatevene subito!».


    300 estremisti islamici (800 secondo Asia News), molti dei quali scagliavano scarpe e bottiglie d’acqua prima di prima di scontrarsi con una fila di poliziotti in tenuta antisommossa. La folla ha inseguito e preso a pugni alcuni membri del gruppo cristiano, ferendoli. «La costituzione garantisce il nostro diritto a praticare la nostra religione», ha dichiarato all’Ap Yudi Pasaribu, della Chiesa cristiana protestante dei Batak.

    Ieri migliaia di persone, appartenenti all’Hkbp, al Solidarity Forum of Interfaith Harmony (Fskub) e ad altri gruppi, hanno partecipato alla funzione liturgica nella piazza del Monas, per protestare contro il governo e manifestare a favore della libertà religiosa.

    La funzione, come preannunciato da AsiaNews nei giorni scorsi, è stata organizzata dalla signora Luspida Simanjutak, pastore della comunità Hkbp: «Abbiamo l’obbligo morale di manifestare - ha dichiarato il pastore - nel luogo più strategico, cioè davanti al Palazzo di Stato. Il nostro presidente deve svegliarsi e vedere cosa succede quando il diritto di professare la propria fede viene violato dagli estremisti, a causa della mancanza di attenzione dello Stato».

    fonte: sussidiario

    Tags:
    islam,
    persecuzioni cristiane
    Comments: 0 | Views: 44Last Post by: izolano (31/8/2010, 16:54)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 3/8/2010, 15:20 by: izolanoReply
    "La convivenza è possibile se ci sono delle norme e degli accordi che permettano alle persone che hanno un vissuto e culture differenti di riconoscersi e di rispettarsi. La gente che desidera essere integrata in questa società,c'è ma non fa notizia". Ad affermarlo è Asfa Mahmoud, Presidente della Casa della cultura islamica di Milano, da tempo in prima linea alla ricerca di modalità che favoriscano un compiuto quanto pacifico dialogo interculturale.

    "La mia è una religione aperta e non chiusa. Riconosco purtroppo che non per tutti i musulmani è così" dice, commentando i sempre più numerosi episodi di violenza attraverso i quali gruppi musulmani estremisti tentano di confondere fede e politica ed egemonizzare l'islam italiano.

    Alcuni mesi or sono, dopo l'intervento di Gianfranco Fini che fece molto discutere e secondo il quale gli imam italiani avrebbero dovuto predicare in italiano, Mahmoud rispose che nella Casa della cultura islamica di Milano, fin dalla sua fondazione nel 1993, il sermone della preghiera del venerdì, la cosiddetta khutba, è tenuto sempre in italiano.

    "L'intervento del presidente Fini non ci ha colto di sorpresa. Siamo una realtà che punta ad una piena integrazione" aggiunse in quell'occasione.



    Sin dalla nascita, l'Associazione ha promosso molte iniziative finalizzate all'inserimento dei fedeli musulmani nella società italiana. Con la Chiesa cattolica, dal 1996, è stato creato il Forum delle religioni, che registra la partecipazione di tutte le principali confessioni ossia cristiani, ebrei, buddisti e musulmani, e si è avviato un proficuo dialogo, che due anni or sono è culminato con l'approvazione dello Statuto.



    Con riferimento allo specifico episodio che vide i musulmani riunirsi in preghiera in Piazza Duomo, a seguito di una manifestazione di solidarietà a favore del popolo di Gaza, Mahmoud condivide il principio secondo il quale il sostegno non va confuso con la questione religiosa.



    "Credo anche che gli organizzatori della manifestazione non avessero in programma la preghiera. L'afflusso di migliaia di persone ha spiazzato anche loro, e quando si è capito che Piazza San Babila non sarebbe bastata a contenere tutti, la polizia ha dato il permesso di andare verso Piazza Duomo. Quando i partecipanti sono arrivati in piazza, era l'ora della quarta preghiera del giorno e la gente si è messa a pregare spontaneamente".



    Da sottolineare, tuttavia, che nel corso delle manifestazioni di Milano e Bologna, fu dato fuoco a bandiere israeliane. Sull'accaduto, Mahmoud ribadisce la posizione dell'Associazione sottolineando di aver provveduto ad esprimere la più ferma condanna, chiarendo la vicenda attraverso un comunicato stampa, che anche la Chiesa ha accettato, nel quale la comunità musulmana ha provveduto a scusarsi.



    "Spetta agli italiani valutare ogni...

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    dialogo interreligioso,
    islam
    Comments: 0 | Views: 82Last Post by: izolano (3/8/2010, 15:20)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 17/4/2009, 21:48 by: izolanoReply
    Lo status delle donne nell'Islam non è un argomento ben definito e l'accusa secondo cui l'Islam opprima la donna non è nulla di nuovo. La generale condanna dell'opinione pubblica mondiale alla recente legge approvata in Afghanistan che legalizza lo stupro della moglie, non sembra scalfire il mondo islamico dove la tutela dell'altra metà del cielo, tra un matrimonio "temporaneo e di godimento" (per l'uomo) e bambine date in sposa in tenerissima età ad anziani signori dietro pagamento di danaro ai loro genitori, è intesa esclusivamente in funzione dell'appagamento maschile. Due notizie rese note oggi sulla stampa araba rendono l'idea di quanto avvenga all'interno delle società musulmane, e che forse sfugge alla comprensione degli occidentali. La prima viene dall'Egitto, dove "la Casa della Fatwa", il massimo ente religioso di stato per l'emissione di editti islamici, ha ribadito la legalità dei matrimoni temporanei che nell'islam sunnita vengono indicativamente chiamati "matrimoni Messiar", ovvero "facilitati", dal significato della parola araba. "Se due sposi concordano, non importa se all'interno del contratto di matrimonio oppure solo verbalmente, che il marito non deve convivere con la moglie, ma solo frequentarla quando ha l'occasione per farlo, il loro è un matrimonio corretto a tutti gli affetti di legge, compresi i diritti a cui la stessa moglie rinuncia volontariamente", recita il testo dell'editto islamico che provoca le aspre critiche del giornale panarabo Al Quds al Arabi che accusa l'ente di stato religioso di "servilismo" verso il governo egiziano che, in tempi di crisi economica "con questo editto vorrebbe incoraggiare il turismo dei paesi del Golfo", da parte di doviziosi sceicchi in cerca di matrimoni temporanei, cosa "che sa di prostituzione camuffata". Lo stesso tipo di matrimonio esiste anche nell'Islam sciita, e differisce da quello sunnita solo per il nome: infatti, per gli aytollah iraniani che lo incoraggiano si chiama "matrimonio di al Muta"; ovvero di "godimento". Ma mentre questo ennesimo editto viene criticato dalla stampa, nessuno ha da ridire su un'altra drammatica storia, quella di una bimba yemenita di 13 anni, venuta alla luce ieri nello Yemen. Aveva due anni quando suo padre l'ha promessa in sposa ad un uomo trentenne. In realtà, era un oggetto di baratto: così il padre avrebbe potuto sposare a sua volta la sorella del promesso sposo senza pagare la dote, obbligatoria per la fede islamica. All'età di 9 anni la bambina è stata messa in piedi su un sacco di riso per farla sembrare più alta accanto allo sposo nella foto del matrimonio. A 11 è stata portata a casa del marito per viverci. Ma nonostante la promessa che il matrimonio non sarebbe stato consumato prima del raggiungimento della pubertà, l'uomo ha legato la piccola sposa al lett...

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    islam
    Comments: 0 | Views: 223Last Post by: izolano (17/4/2009, 21:48)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 11/4/2009, 14:56 by: izolanoReply
    ISTANBUL (Reuters) - Il presidente Usa Barack Obama ha concluso il suo viaggio nella musulmana Turchia oggi chiedendo pace e dialogo con l'Islam e la creazione di uno stato palestinese che viva accanto ad Israele.

    Nel suo primo viaggio da presidente in un paese musulmano, Obama ha cercato di ricostruire i rapporti dopo la rabbia per l'invasione dell'Iraq, la guerra in Afghanistan e le accuse contro il suo predecessore George W. Bush di essere a favore di Israele.

    "Sono venuto in Turchia perché sono profondamente impegnato nella ricostruzione di un raporto tra gli Stati Uniti e la gente del mondo musulmano, sulla base del reciproco interesse e rispetto", ha detto Obama.

    "Credo che possiamo avere un dialogo che sia aperto, onesto, vibrante...E voglio farvi sapere che sono personalmente impegnato a un nuovo capitolo della partecipazione americana", ha detto ad un incontro con giovani turchi.

    La visita di Obama, in cui ha detto che l'America "non sarà mai in guerra con l'Islam", rappresenta un forte cambiamento nella politica Usa dopo che Bush ha irritato i musulmani con il suo sostegno a Israele, l'invasione dell'Iraq e l'aver definito l'Iran parte di un'"asse del male".

    Obama avrà ora bisogno di mantenere, attraverso la politica, le promesse fatte al mondo musulmano.

    "Credo che la pace in Medio Oriente sia possibile. Penso che sarà basata su due stati fianco a fianco, quello palestinese e quello ebraico", ha detto Obama.

    "Penso che per ottenere ciò, entrambe le parti dovranno scendere a compromessi. Penso che abbiamo idea di quali questi compromessi dovrebbero essere e saranno. Ora quello di cui abbiamo bisogno è che la volontà politica e il coraggio da parte della leadership".

    Obama ha respinto le critiche che il suo discorso a Praga sul disarmo nucleare, il suo appello per la pace in Medio Oriente e il suo impegno con l'Iran sia stato troppo idealista.
    "La mia attitudine è che tutte queste cose sono difficili. Non sono naive. Se fossero facili sarebbero già state fatte", ha detto.

    "Muovere uno stato è un processo lento. Gli stati sono come grosse petroliere. Non sono motoscafi. Non puoi prendere il comando e andare in una nuova direzione. Ti muovi lentamente e magari ti ritroverai alla fine in un posto molto diverso".

    Obama ha poi ammesso che l'America ha fatto degli errori.

    "Io mi sono opposto alla guerra in Iraq. Pensavo che fosse una cattiva idea. Ora che ci siamo, ho la responsabilità di assicurare che, quando porteremo via i soldati, avremo agito con abbastanza attenzione da non vedere un completo collasso nella violenza".

    Tags:
    islam,
    Medio Oriente,
    Obama,
    Stati Uniti
    Comments: 0 | Views: 74Last Post by: izolano (11/4/2009, 14:56)
     

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