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    B_NORM    
    view post Posted on 2/1/2011, 11:30 by: izolanoReply
    Segnalo questo articolo edito da Peacereporter nel 2008 da cui si evince come i problemi della comunità cristiana copta d'Egitto, emersi nel sanguinoso attentato di Alessandria d'Egitto, trovino le loro radici in una strisciante discriminazione che viene esercitata da tempo ai loro danni

    Nasce il primo canale televisivo cristiano in Egitto
    In Egitto da ieri c’è un canale televisivo in più. E non è una novità da poco. Aghapy Tv, questo il nome dell’emittente, sarà la prima televisione egiziana di area cristiana. Cristiana copta, per la precisione, cioè la prima voce di una comunità che rappresenta quasi il 10 percento della popolazione egiziana.

    Libertà di espressione. I copti in Egitto non hanno una vita facile. Discriminati sul lavoro e nella società, discriminati nella libera espressione della loro fede, nella costruzione dei loro luoghi di culto, subiscono un razzismo strisciante nell’opinione pubblica e nella cultura egiziana. Il progetto di Aghapy Tv ha quindi un duplice scopo: essere uno strumento per tutti i cristiani copti in Egitto e dare a tutti gli altri egiziani un’immagine meno oppressa da stereotipi e pregiudizi. La presentazione del canale televisivo, avvenuta ieri al Cairo, ha chiarito che i suoi programmi avranno un esplicito contenuto religioso e saranno rivolti a un pubblico di famiglie: cartoni animati, documentari, approfondimenti e così via. Ma la preoccupazione con la quale alcuni giornalisti egiziani hanno accolto la notizia della nascita di Aghapy Tv è un’altra: quella che la televisione cristiana alimenti la tensione tra i copti e i musulmani.

    Violenze religiose. La preoccupazione è fondata: il 21 ottobre scorso, ad Alessandria, gli scontri tra musulmani e cristiani causarono la morte di tre persone. Il motivo scatenante della violenza era stata una rappresentazione teatrale che “offendeva l’Islam”, almeno secondo i fanatici religiosi. Si tratta in realtà di un film che gira ad Alessandria in dvd e, secondo i fondamentalisti, la sua diffusione è stata sostenuta dalla comunità cristiana. Il film si chiama “Una volta ero cieco, ma ora vedo” e racconta la storia di un cristiano povero che, solo per vivere meglio in Egitto, si converte all’Islam. Subito dopo si pente della sua scelta e vuole tornare alla fede cristiana, ma la nuova conversione gli viene vietata e viene minacciato di morte in quanto apostata. Un gruppo di fanatici musulmani ha allora attaccato i fedeli cristiani che uscivano dalla chiesa di San Giorgio ad Alessandria uccidendo tre persone. I copti denunciano quella che, a loro dire, è una sorta di ‘complicità’ di Stato verso i musulmani violenti. Dopo gli incidenti del 21 ottobre il governo del Cairo ha annunciato che le chiese cristiane sono state messe sotto la protezione della polizia ma, secondo alcune organizzazioni non governative internazionali, le autorità egiziane non fanno abbastanza per fer...

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    copti,
    cristianesimo,
    Egitto,
    persecuzioni cristiane
    Comments: 0 | Views: 46Last Post by: izolano (2/1/2011, 11:30)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 1/1/2011, 15:17 by: izolanoReply
    Capodanno di sangue ad Alessandria d'Egitto, dove un attentato con esplosivo davanti ad una chiesa copta ortodossa alla fine della messa di mezzanotte ha fatto 21 morti e 8 feriti. Una strage che ha spinto stamani papa Benedetto XVI a chiedere ai potenti del mondo di difendere i cristiani contro l'intolleranza religiosa. E' stato un duro colpo per la folta comunità cristiana d'Egitto, e una notte da dimenticare per i copti di Alessandria, bersaglio dell'esplosione all'uscita da una funzione religiosa per propiziare il nuovo anno.

    Un testimone oculare ha riferito all'ANSA di un "bagno di sangue", seguito da un via vai di ambulanze tra i corpi martoriati a terra. Cristiani e musulmani si sarebbero poi affrontati a colpi di bastone nelle strade adiacenti. Ce n'é abbastanza per riportare alla memoria le minacce espresse nel novembre scorso dall'ala irachena di Al Qaida che, dopo aver rivendicato un sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad, aveva minacciato la comunità copta egiziana, particolarmente numerosa tra i cristiani del Medio Oriente. I terroristi islamici avevano ingiunto di "liberare" due cristiane egiziane "tenute prigioniere in monasteri" per impedire loro di convertirsi all'Islam.

    I copti sono fra il 6 e il 10% dei circa 80 milioni di abitanti dell'Egitto. L'attentato della scorsa notte, che non è stato al momento rivendicato, è avvenuto a mezzanotte e mezza nel quartiere di Sidi Bishr della grande città affacciata sul Mediterraneo, davanti alla Chiesa dei Santi (Al-Qiddissine). Inizialmente si era parlato di una autobomba (sarebbe stata la prima in Egitto), ma in mattinata il ministro dell'Interno ha detto che con ogni probabilità si è trattato di un kamikaze. Lo scoppio, fortissimo, è avvenuto quando i fedeli uscivano dalla chiesa e si è immediatamente propagato alle automobili vicine, esplose moltiplicandone l'effetto devastante. Il bilancio definitivo dei morti secondo il ministero della Sanità è di 21, più otto feriti. Dopo l'attentato, mentre le ambulanze facevano avanti e indietro per soccorrere le vittime, gruppi di copti esasperati hanno cominciato ad aggredire musulmani nelle strade circostanti. Il ministero dell'Interno egiziano ha imposto misure di sicurezza durissime intorno a tutte le chiese e ha raddoppiato la presenza degli agenti per contrastare ogni eventuale attacco. Stretti controlli sono stati anche imposti al governatorato di Marsa Matruh, sul litorale e all'aeroporto del Cairo per impedire la fuga degli autori dell'attentato.

    "Lo sforzo islamico di ripulire il Medio Oriente dai cristiani è aumentato", scrive con amara ironia un sito copto. Al Azhar, invece, la più alta istanza dell'Islam sunnita, ha gettato acqua sul fuoco, condannando l' attentato di Alessandria. In un comunicato pubblicato dall'agenzia di stampa egiziana, il presidente egiziano H...

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    copti,
    Egitto,
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    Comments: 0 | Views: 35Last Post by: izolano (1/1/2011, 15:17)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 12/12/2010, 20:27 by: izolanoReply
    Le autorità americane chiesero alla gendarmeria vaticana di collaborare con l'Fbi per mettere a punto un piano contro un eventuale attacco di al Qaida. E' quanto emerge da un cablogramma del 19 dicembre 2008 inviato dall'Ambasciata Usa di Roma al Dipartimento di Stato, diffuso oggi da Wikileaks e riportato da El Pais. Firmato da Elisabeth Dibble, il documento riferisce dell'incontro avuto dal numero due della rappresentanza Usa presso la Santa sede, Julieta Valls Noyes, con il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani. Valls riferì a Giani l'intenzione dell'Fbi di mettere a punto un piano anti-terrorismo con il Vaticano per evitare un possibile attacco di al Qaida contro il Papa e proteggere, nello stesso tempo, le migliaia di fedeli americani che ogni giorno visitano San Pietro. In passato il Vaticano si è mostrato reticente a coordinare la propria sicurezza con gli Stati Uniti, scrive il diplomatico, perchè la Santa Sede "non vuole essere percepito come uno Stato troppo vicino a qualsiasi altro Stato". Di fronte all'insistenza Usa, questa volta Giani accettò, chiedendo però di "mantenere un ampio margine di confronto sulla preparazione e sulla capacità del Vaticano di rispondere a un attacco terroristico". Il documento rivela quindi che "da qualche anno" la Gendarmeria ha chiesto all'Fbi "un addestramento specifico in tema di sicurezza" e "da meno tempo" ha chiesto di poter inviare alcuni agenti a "Quantico per imparare" a individuare esplosivi.

    FONTE: APCOM

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    politica; Wikileaks,
    Stati Uniti,
    Vaticano
    Comments: 0 | Views: 45Last Post by: izolano (12/12/2010, 20:27)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 9/9/2010, 13:56 by: izolanoReply
    Un pastore protestante della Florida che intende bruciare copie del Corano il prossimo 11 Settembre, anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, ha detto ieri non voler recedere dal suo proposito malgrado gli avvertimenti che il suo gesto potrebbe creare pericoli alle truppe Usa in Iraq.

    Terry Jones, a capo della piccola chiesa protestante di Gainesville, Florida, deciso a far propaganda contro quello che chiama "l'Islam radicale", sta resistendo alle pressioni giunte da tutto il mondo. "Non siamo convinti che credere sia la cosa giusta. Bruciare il Corano è richiamare l'attenzione su qualcosa che è sbagliato" ha detto ai giornalisti Jones, capelli grigi e grossi baffi, autore del libro "Islam è il Diavolo". "Dobbiamo levarci contro il terrorismo", ha aggiunto facendo riferimento all'11 Settembre.

    Nei gironi scorsi i leader religiosi Usa hanno condannato la "frenesia anti musulmana" negli Stati Uniti, compreso il suo progetto di bruciare una copia del Corano.

    Capi cristiani, musulmani ed ebrei hanno denunciato "informazioni sbagliate e una forte bigotteria" contro i musulmani Usa, conseguenza del progetto di costruire un centro comunitario musulmano ed una moschea non lontano dal luogo in cui l'11 settembre 2001, aerei dirottati da militanti del gruppo islamico estremista al Qaeda uccisero a New York 2.752 persone.

    Le tensioni sono salite con l'avvicinarsi sia della ricorrenza dell'11 settembre sabato prossimo sia del festival musulmano che celebra la fine del Ramadan, che si prevede si concluda venerdì.

    Leader religiosi, tra cui l'arcivescovo cattolico di Washington cardinale emerito Theodore McCarrick e il dottor Michael Kinnamon del National Council of Churches, hanno diffuso una nota dicendo di essere "preoccupati dalla frenesia antimusulmana" e "spaventati da questa mancanza di rispetto per un testo sacro".

    "Attaccare una qualsiasi religione negli Stati Uniti è far violenza alla libertà di religione di tutti gli americani", hanno detto i leader religiosi, tra cui il rabbino David Saperstein, capo della Union for Reform Judaism, ed il rabbino Julie Schonfeld della Association of Conservative Rabbis.

    Il generale David Petraeus, capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan, ha detto in una dichiarazione che bruciare il Corano potrebbe "mettere in pericolo le truppe e minacciare lo sforzo complessivo" per stabilizzare la situazione afghana.

    FONTE:REUTERS

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    dialogo interreligioso,
    intollerranza,
    islam,
    protestantesimo
    Comments: 0 | Views: 54Last Post by: izolano (9/9/2010, 13:56)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 31/8/2010, 16:54 by: izolanoReply
    Cristiani d’Indonesia in piazza a Migliaia hanno partecipato ieri a Jakarta ad una funzione protestante al Monumento nazionale (Monas), davanti al Palazzo di Stato, residenza del presidente Susilo Bambang Yudhoyono. La Chiesa protestante dei Batak (Hkbp) ha organizzato la funzione per protestare contro l’indifferenza del governo, a fronte delle continue persecuzioni subite ad opera di estremisti islamici.

    Lo scrive Irwan Firdaus dell’Associated Press, secondo cui da mesi ai cristiani della città industriale di Bekasi è stato vietato di pregare sul terreno sul quale sorge la loro chiesa, chiusa da tempo. Un mese fa, il comune di Bekasi ha chiuso il locale dove si tenevano le funzioni della comunità Hkbp di Bekasi, ma ha permesso loro di celebrare all’aperto. Dove però i cristiani sono arrivati a trovare escrementi umani abbandonati sul terreno, mentre le preghiere sono state interrotte da manifestanti che intonavano «Infedeli!» e «Andatevene subito!».


    300 estremisti islamici (800 secondo Asia News), molti dei quali scagliavano scarpe e bottiglie d’acqua prima di prima di scontrarsi con una fila di poliziotti in tenuta antisommossa. La folla ha inseguito e preso a pugni alcuni membri del gruppo cristiano, ferendoli. «La costituzione garantisce il nostro diritto a praticare la nostra religione», ha dichiarato all’Ap Yudi Pasaribu, della Chiesa cristiana protestante dei Batak.

    Ieri migliaia di persone, appartenenti all’Hkbp, al Solidarity Forum of Interfaith Harmony (Fskub) e ad altri gruppi, hanno partecipato alla funzione liturgica nella piazza del Monas, per protestare contro il governo e manifestare a favore della libertà religiosa.

    La funzione, come preannunciato da AsiaNews nei giorni scorsi, è stata organizzata dalla signora Luspida Simanjutak, pastore della comunità Hkbp: «Abbiamo l’obbligo morale di manifestare - ha dichiarato il pastore - nel luogo più strategico, cioè davanti al Palazzo di Stato. Il nostro presidente deve svegliarsi e vedere cosa succede quando il diritto di professare la propria fede viene violato dagli estremisti, a causa della mancanza di attenzione dello Stato».

    fonte: sussidiario

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    islam,
    persecuzioni cristiane
    Comments: 0 | Views: 44Last Post by: izolano (31/8/2010, 16:54)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 29/8/2010, 19:05 by: izolanoReply
    ''Da un parte l'auspicio che tutti facciamo e' che si risolva la vertenza Fiat nel modo migliore per tutti, dall'altra parte le parole che il Capo dello Stato ha detto mi pare siano proprio una linea di azione valida per tutti''. E' stato stamani a Genova l'invito dell'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, fatto a margine delle celebrazioni per il 520/mo anniversario dell'apparizione della Madonna della Guardia.

    Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva esortato affinche' sui ''tre lavoratori licenziati poi reintegrati a Melfi si rispetti la decisione dei giudici''.

    ''L'equilibrio demografico non solo e' necessario alla sopravvivenza fisica di una comunita', che senza bambini non ha futuro, ma e' anche condizione per quella alleanza tra generazioni che e' essenziale per una normale dialettica democratica'' ha affermato.

    ''Anche per questo - ha ricordato l'arcivescovo di Genova - la Chiesa da molto tempo va dicendo che, in Occidente, dietro ad una bassa demografia sta una catastrofe culturale grave''.

    ''La scarsita' di bambini - ha proseguito il presidente della Cei - significa non solo un futuro autunnale, ma gia' ora crea squilibri tra le generazioni, causa una poverta' educativa non solo perche' noi adulti siamo sottratti al compito di educare, ma anche perche' non siamo piu' educati noi stessi. I ragazzi e i giovani, infatti, ci costringono a metterci in discussione; ci provocano a uscire da noi che, per eta' e acciacchi, tendiamo a ripiegarci sui nostri bisogni immediati''.

    ''Non sono solamente i genitori che, avendo dei figli, devono cambiare prospettive e stili, devono pensare e organizzarsi in rapporto ai figli nelle diverse eta' - ha osservato il prelato -. E' la societa' nel suo insieme che deve pensarsi e organizzarsi in tal senso. Per assurdo, una societa' senza bambini e ragazzi, cosi' come una societa' senza anziani, sarebbe gravemente mutilata, non potrebbe funzionare''.

    ''Una nuova classe politica, cristiana nei fatti non nelle parole, e' un richiamo da sempre. Fa parte della fede di ogni credente essere in modo intelligente coerente con la propria fede e presente nelle diverse responsabilita' sociali, civili e politiche'' ha dichiarato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei.
    ''E' indubbio - ha indicato il cardinale Bagnasco - che anche il mondo politico abbia bisogno sempre di presenze qualificate e coerenti; sia quelle che ci sono in questo momento, come quelle di ieri e come quelle di domani. Presenze qualificate affinche' la storia proceda''.

    Sono stati migliaia i pellegrini giunti dall'alba al Santuario della Madonna della Guardia, sul monte Figogna nell'entrot...

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    CEI,
    Chiesa cattolica,
    società
    Comments: 0 | Views: 46Last Post by: izolano (29/8/2010, 19:05)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 3/8/2010, 15:20 by: izolanoReply
    "La convivenza è possibile se ci sono delle norme e degli accordi che permettano alle persone che hanno un vissuto e culture differenti di riconoscersi e di rispettarsi. La gente che desidera essere integrata in questa società,c'è ma non fa notizia". Ad affermarlo è Asfa Mahmoud, Presidente della Casa della cultura islamica di Milano, da tempo in prima linea alla ricerca di modalità che favoriscano un compiuto quanto pacifico dialogo interculturale.

    "La mia è una religione aperta e non chiusa. Riconosco purtroppo che non per tutti i musulmani è così" dice, commentando i sempre più numerosi episodi di violenza attraverso i quali gruppi musulmani estremisti tentano di confondere fede e politica ed egemonizzare l'islam italiano.

    Alcuni mesi or sono, dopo l'intervento di Gianfranco Fini che fece molto discutere e secondo il quale gli imam italiani avrebbero dovuto predicare in italiano, Mahmoud rispose che nella Casa della cultura islamica di Milano, fin dalla sua fondazione nel 1993, il sermone della preghiera del venerdì, la cosiddetta khutba, è tenuto sempre in italiano.

    "L'intervento del presidente Fini non ci ha colto di sorpresa. Siamo una realtà che punta ad una piena integrazione" aggiunse in quell'occasione.



    Sin dalla nascita, l'Associazione ha promosso molte iniziative finalizzate all'inserimento dei fedeli musulmani nella società italiana. Con la Chiesa cattolica, dal 1996, è stato creato il Forum delle religioni, che registra la partecipazione di tutte le principali confessioni ossia cristiani, ebrei, buddisti e musulmani, e si è avviato un proficuo dialogo, che due anni or sono è culminato con l'approvazione dello Statuto.



    Con riferimento allo specifico episodio che vide i musulmani riunirsi in preghiera in Piazza Duomo, a seguito di una manifestazione di solidarietà a favore del popolo di Gaza, Mahmoud condivide il principio secondo il quale il sostegno non va confuso con la questione religiosa.



    "Credo anche che gli organizzatori della manifestazione non avessero in programma la preghiera. L'afflusso di migliaia di persone ha spiazzato anche loro, e quando si è capito che Piazza San Babila non sarebbe bastata a contenere tutti, la polizia ha dato il permesso di andare verso Piazza Duomo. Quando i partecipanti sono arrivati in piazza, era l'ora della quarta preghiera del giorno e la gente si è messa a pregare spontaneamente".



    Da sottolineare, tuttavia, che nel corso delle manifestazioni di Milano e Bologna, fu dato fuoco a bandiere israeliane. Sull'accaduto, Mahmoud ribadisce la posizione dell'Associazione sottolineando di aver provveduto ad esprimere la più ferma condanna, chiarendo la vicenda attraverso un comunicato stampa, che anche la Chiesa ha accettato, nel quale la comunità musulmana ha provveduto a scusarsi.



    "Spetta agli italiani valutare ogni...

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    dialogo interreligioso,
    islam
    Comments: 0 | Views: 82Last Post by: izolano (3/8/2010, 15:20)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 31/8/2009, 15:36 by: izolanoReply
    «Un attacco virulento e basso», dicevano l’altro giorno in Vaticano, «disgustoso e molto grave », ha sillabato ieri il cardinal Bagnasco. Gli articoli del Giornale berlusconiano contro il direttore di Avvenire Dino Boffo, con tanto di accusa a cardinali come Ruini e Tettamanzi che avrebbero saputo e coperto il presunto «scandalo», non potevano che compattare l’istituzione, almeno verso l’esterno. Sul fronte interno, invece, la faccenda è un po’ più complicata e non riguarda le accuse a Boffo ma la linea recente del quotidiano cattolico, che a quanto si dice Oltretevere ha provocato qualche irritazione nella segreteria di Stato.

    Per capirla bisogna tenere presente due date: 25 marzo 2007 e 17 agosto di quest’anno. Alla prima risale la lettera che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, inviò al cardinale Bagnasco, in occasione della sua nomina a presidente della Cei, un testo che fa da sfondo alle tensioni interne degli ultimi tempi. In quella lettera, tra l’altro, il cardinale Bertone scriveva: «Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche, assicuro fin d’ora a Vostra Eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale...». Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'intessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i governi civili».

    Una linea «istituzionale» e aliena dalle polemiche politiche che non è cambiata: il 17 agosto si è completato il nuovo assetto della Segreteria di Stato con la nomina di monsignor Ettore Balestrero, 42 anni, a sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Un mese prima Benedetto XVI aveva nominato monsignor Peter Brian Wells, americano di 46 anni, assessore agli Affari Generali, l’altro «numero tre» della Segreteria di Stato. I vertici sono ora tutti di nomina ratzingeriana e insomma il cardinale Bertone, si spiega Oltretevere, «ha in mano la macchina» più che mai saldamente.

    Per questo la Santa Sede respinge l’idea di una «crisi istituzionale» con il governo. Le polemiche estive non sono piaciute, e non si tratta solo dello «stillicidio » sulle vicende del premier: quando Avvenire ha fatto un parallelo fra le tragedie dei migranti morti in mare e la Shoah, «in segreteria di Stato sono rimasti sconcertati».

    Il cardinale Bertone, tre giorni fa, diceva in un’intervista all’ Osservatore Romano : «È invalsa l'abitudine di imputare al Papa — o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano — la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto».

    Del resto, è un segnale...

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    CEI,
    Chiesa cattolica,
    Vaticano
    Comments: 0 | Views: 75Last Post by: izolano (31/8/2009, 15:36)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 23/8/2009, 09:45 by: izolanoReply
    E il Vaticano: "Rispettare sempre diritti dei migranti"
    Roma, 22 ago. (Apcom) - E' scontro tra Umberto Bossi e i vescovi italiani e il Vaticano, sulla tragedia avvenuta al largo delle coste di Lampedusa e all'indomani di un editoriale dell''Avvenire' che condannava la legge del silenzio per le tragedie in mare paragonabili ai silenzio della Shoah. L'accostamento "è troppo forte" e ha "poco senso", dice il leader della Lega. "Perchè le porte non le apre il Vaticano che ha il reato di immigrazione", afferma. "Che comincino a dare il buon esempio". Il Vaticano, per bocca di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti (dicastero competente in tema di immigrazione), esprime dolore per il continuo ripetersi delle morti in mare e chiede alle società sviluppate di "rispettare sempre i diritti dei migranti, senza chiudersi all'egoismo". "L'ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia - afferma mons. Vegliò alla 'Radio Vaticana' - ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella 'Caritas in veritate': 'Ogni migrante è una persona umana' che 'possiede diritti fondamentali inalienabili' da rispettare 'in ogni situazione'". Queste tragedie, spiega il presidente del dicastero vaticano, "colpiscono esseri umani che cercano di raggiungere Paesi o regioni economicamente più sviluppati, per fuggire povertà e fame. Per questo sono pronti a rischiare tutto, anche la loro stessa vita". "Quindi, se da una parte è importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie - prosegue - è legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C'è tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi. Ciò si accentua in situazioni di estrema necessità, come per esempio l'essere in balia delle onde del mare". "Certamente - ribadisce mons. Vegliò - le nostre società cosiddette civili, in realtà hanno sviluppato sentimenti di rifiuto dello straniero, originati non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha. Poi si raggiungono estremi, ove la condivisione dei beni viene fatta provvedendo piuttosto al benessere degli animali domestici". Per questo, "il nostro Pontificio Consiglio - conclude - è addolorato per il continuo ripetersi di queste tragedie". E' monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, a rispondere con toni duri a Umberto Bossi. "Le sparate a salve di Bossi - che ormai non fanno più storia perchè ci ha abituato - sono solo per i suoi seguaci e non per chi come noi vuole risolvere la situazione e sono talmente gravi al pari dei fatti incresciosi avvenuti al largo del Mediterraneo", chiosa il vescovo. "Vorrei sapere da quali fonti di informazione, Bossi deduca che il V...

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    Chiesa cattolica,
    diritti umani,
    politica
    Comments: 0 | Views: 69Last Post by: izolano (23/8/2009, 09:45)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 8/5/2009, 15:46 by: izolanoReply
    Benedetto XVI inizia in queste ore il suo pellegrinaggio di otto giorni in Terra Santa. Lo attende un groviglio di inquietudini religiose, etniche e politiche (che non ha eguali nel mondo) lungo un percorso che va da Amman a Tel Aviv, da Gerusalemme a Betlemme fino a Nazaret: è un itinerario che tocca i luoghi più significativi della vita di Gesù e dell'annuncio del Vangelo, ma è anche il teatro dello scontro fratricida tra i fedeli delle religioni del Libro in difesa di una terra contesa. E il Papa ci va come «pellegrino di pace, nel nome dell'unico Dio che è Padre di tutti». Ci va con l'obbiettivo dichiarato di «confermare e incoraggiare i cristiani» e soprattutto testimoniare «l'impegno della Chiesa Cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione».
    Per molte ragioni questo viaggio non sarà facile. C'è diffuso in campo mussulmano il timore che a trarne vantaggio sia soprattutto Israele, conoscendo le posizioni di Ratzinger in tema di dialogo religioso con l'ebraismo. Anche se verso l'Islam la Santa Sede di recente ha mandato molti segnali di attenzione, in nome della straordinaria sintesi culturale maturata a cavallo del primo millennio grazie agli stimoli della filosofia araba medievale.
    Purtroppo alla radice del conflitto mediorientale sta come un macigno una questione che è, e rimane, squisitamente politica: la creazione dello Stato di Israele nel 1948 senza troppo considerare le popolazioni arabo-palestinesi presenti in quel territorio. E che la questione sia politica la Santa Sede l'ha capito da tempo e non si stanca di sostenere la necessità di creare in pacifica coesistenza due stati, indipendenti e sovrani, uno israeliano e l'altro palestinese.
    Malauguratamente però al carattere politico della questione, nella dilazione delle scelte, si sono progressivamente aggiunti, a complicare le cose, i motivi etnici e quelli religiosi che invece di aiutare a superare i contrasti e abbattere gli steccati, hanno contribuito a dividere sempre di più, esasperando integralismi ed estremismi, quando non anche forme esasperate di violenza e di terrore.
    Per riportare il contrasto arabo-israeliano nell'alveo della dimensione politica occorre, secondo Benedetto XVI, recuperare al più presto la comune matrice religiosa che ha il suo fondamento nella Bibbia e così riscoprire tutti insieme il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. E in questa direzione si muove, animato dalla speranza, il Vescovo di Roma che concluderà il suo pellegrinaggio a Gerusalemme, «la città-simbolo per eccellenza - come ha ricordato domenica scorsa in Piazza San Pietro - là Cristo è morto per riunire tutti i figli di Dio dispersi».
    Sarà un'impresa difficile, da profeta disarmato che a Gerusalemme ripeterà con Isaia:«...( i popoli) forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della gue...

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    Benedetto XVI,
    Chiesa cattolica,
    Medio Oriente
    Comments: 0 | Views: 77Last Post by: izolano (8/5/2009, 15:46)
     

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