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    B_NORM    
    view post Posted on 29/6/2011, 14:19 by: izolanoReply
    Come previsto Benedetto XVI ha nominato il patriarca di Venezia, Angelo Scola, nuovo arcivescovo di Milano in sostituzione di Dionigi Tettamanzi che dovrà lasciare l'incarico per raggiunti limiti di età

    questo il testo del messaggio che Scola ha inviato a Tettamanzi:

    I
    Al carissimo confratello nell’episcopato Card. Dionigi,
    a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana,
    a tutti gli abitanti dell’Arcidiocesi di Milano,
    mi preme accompagnare la decisione del Santo Padre di nominarmi Arcivescovo di Milano con un primo affettuoso saluto.
    Voi comprenderete quanto la notizia, che mi è stata comunicata qualche giorno fa, trovi il mio cuore ancora oggi in un certo travaglio. Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio. D’altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede.
    L’obbedienza è l’appiglio sicuro per la serena certezza di questo passo a cui sono chiamato. Attraverso il Papa Benedetto XVI l’obbedienza mia e Vostra è a Cristo Gesù. Per Lui e solo per Lui io sono mandato a Voi. E comunicare la bellezza, la verità e la bontà di Gesù Risorto è l’unico scopo dell’esistenza della Chiesa e del ministero dei suoi pastori. Infatti, la ragion d’essere della Chiesa, popolo di Dio in cammino, è lasciar risplendere sul suo volto Gesù Cristo, Luce delle genti. Quel Volto crocifisso che, secondo la profonda espressione di San Carlo, «faceva trasparire l’immensa luminosità della divina bontà, l’abbagliante splendore della giustizia, l’indicibile bellezza della misericordia, l’amore ardentissimo per gli uomini tutti» (Omelia del 16 marzo 1584). Gesù Risorto accompagna veramente il cristiano nella vita di ogni giorno e il Crocifisso è oggettivamente speranza affidabile per ogni uomo e ogni donna.
    In questo momento chiedo a Voi tutti, ai Vescovi ausiliari, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, ai fedeli laici l’accoglienza della fede e la carità della preghiera. Lo chiedo in particolare alle famiglie, anche in vista del VII Incontro mondiale.
    Vi assicuro che il mio cuore ha già fatto spazio a tutti e a ciascuno.
    Sono preso a servizio di una Chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori di vita cristiana dall’origine fino ai nostri giorni. Lo abbiamo visto, pieni di gratitudine, anche nelle beatificazioni di domenica scorsa. Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità. Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso.
    Questo mio saluto si rivolge anche a tutti gli uomini e le donne che vivono le molte realtà civili della Diocesi di Milano, ed in modo particolare alle Autorità costituite di ogni ordine e grado: «L’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo» (Benedetto XVI, Omelia nella beatificazione di Giovanni Paolo II, 1.05.2011).
    Vengo a Voi con animo aperto e sentime...

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    Chiesa cattolica,
    Milano
    Comments: 0 | Views: 43Last Post by: izolano (29/6/2011, 14:19)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 23/2/2011, 12:28 by: izolanoReply
    "Bertone non vada dal premier" sui giornali delle diocesi la rivolta del mondo cattolico
    di La Rocca Orazio

    "Mubarak e sua nipote"; "Fermiamo la macchina del fango"; "Cardinale, non incontri il premier"; "Se non ora, quando? Migliaia in piazza"... Sono solo alcuni dei titoli degli editoriali dei settimanali diocesani questi giorni in edicola dedicati a Berlusconi. Che testimoniano la "rivolta" morale sul caso Ruby e sui festini di Ar-core scoppiata nella base cattolica col placet dei vescovi. Sono gli editoriali dopo la manifestazione delle donne e il rinvio a giudizio del premier. Un severo atto d'accusa che arriva dalle Chiese locali attraverso i periodici della Fisc (la Federazione italiana settimanali cattolici): 188 giornali che distribuiscono oltre un milione di copie nelle diocesi, nelle parrocchie, nei conventi e nelle comunità monastiche. Tra i più indignati La Voce del Popolo (Brescia), che pubblica una lettera-appello al segretario di Statovaticano Tarcisio Bertone ("Cardinale, non incontri il premier") per chiedergli di non partecipare con Berlusconi alla celebrazione dei Patti Lateranensi, perché «la situazione morale e politica, i dubbi (poco dubbi per la verità) sulla moralità e il rispetto della le b: e della nostra classe politica impongono scelte coraggiose da parte di chi dovrebbe guidare i fedeli...». Bertone—come si sa — poi ha visto il premier il 18 febbraio (un incontro freddo e senza faccia a faccia), ma è significativo che una delle diocesi italiane più importanti, Brescia, non abbia censurato una voce contraria. Grande attenzione alla manifestazione delle donne del 13 febbraio. "Dignità al femminile per risalire", titola l'Unione Monregalese (Mondovì) che racconta l'appello "Se non ora, quando?" lanciato domenica scorsa «anche a Mondovì, pervedere restituita la dignità piena all'universo femminile deturpato da messaggi insistiti sulla bellezza esibita in modo sfacciato, sulla sessualità irresponsabile, sulla compravendita del corpo». Ancheil CorrierediSaluzzotitola"Se non ora quando, migliaia in piazza" e parla di una «manifestazione rigorosamente apartitica e senza bandiere, ma inevitabilmente caratterizzata da slogan e battute con espliciti riferimenti alla vicenda Berlusconi-Ruby e al bunga-bunga», col premier «additato più come cattivo esempio da non imitare che come avversario politico da sconfi ; ere». Trai più severi i due settimanali di Torino: II Nostro Tempo elogia l'intervento di suor Eugenia Bonetti al palco di piazza del Popolo ("Nelle parole di una suora il senso di un grande basta"); e La VocedeìPopolo, chededicaalpremier due articoli: su Ruby, parlando di "Mubarak, e sua nipote", e sul rinvio a giudizio ("Verso il rinvio..."). Il Cittadino (Lodi) lancia un appello a reagire all'ondata di «fango evergogna» invitando a«toglierci le pantofole» eag...

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    Berlusconi,
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    Comments: 0 | Views: 47Last Post by: izolano (23/2/2011, 12:28)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 26/1/2011, 00:42 by: izolanoReply
    di MASSIMO FRANCO

    Forse, la considerazione più amara riguarda il presagio di sconfitta che accompagna tutti i protagonisti Dire, come fa il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che comunque vada a finire «nessuno ricaverà motivo per rallegrarsi né per ritenersi vincitore» mostra tîna consapevolezza acuta dei rischi che si corrono. Per Berlusconi, c'è quello di sopravvivere malamente ad un'inchiesta che sfigura il suo profilo. Per gli avversari e per la Procura di Milano, di essere associati ad una dogica conflittuale» che nega l'equilibrio fra istituzioni. La relazione di ieri ad Ancona è stata la prima analisi ufficiale dei vertici dell'episcopato cattolico dopo l'ennesimo scandalo sulla vita intima del premier. E riflette non solo la posizione dei vescovi ma del Papa, incontrato da Bagnasco sabato scorso. Conferma la volontà di sottolineare in modo esplicito «il disagio morale» provocato dalle notizie di «comportamenti contrari al pubblico decoro»; e di «stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza». Insomma, pur senza essere citato Berlusconi viene evocato e criticato. Ma il presidente della Cei è attento a non oltrepassare i limiti della sua competenza. E dunque evita di offrire sponde all'opposizione.

    E l'Italia intera ad essere additata con preoccupazione e quasi angoscia: la stessa del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Bagnasco cita la «disciplina e l'onore» che l'articolo 54 della Costituzione richiede a chi ha funzioni pubbliche. Ma allude anche all'«ingente mole di strumenti di indagine» usati dai magistrati; e «qualcuno si chiede», aggiunge, «a che cosa sia dovuta». E un tentativo di tenere conto di ogni aspetto della vicenda: incluse le perplessità sui metodi della magistratura_ La Cei vuole star fuori dalla mischia. Osserva con preoccupazione poteri che da anni si guardano con diffidenza e «si tendono tranelli».

    È l'Italia dell'impasto mici-diale fra debolezza etica e fibrillazione politica. Su questo, le parole di Bagnasco vanno oltre il turbamento espresso nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica. Fotografano una società destinata ad essere segnata da ferite profonde; sballottata da conflitti che ripropongono all'infinito il passaggio da una situazione abnorme all'altra. Per questo c'è un invito a «fermarsi tutti, e in tempo»; e si chiede che venga fatta rapidamente chiarezza «nelle sedi appropriate». Affiora il timore di una sfasatura fra la nazione ed i suoi rappresentanti. E la cautela delle reazioni lascia capire che le parole sono andate a segno. Bagnasco non poteva parlare diversamente, viste le pressioni provenienti dal mondo cattolico. Ma non ha avanzato richieste «politiche», né offerto pretesti per utilizzare le ultime due pagine delle quattordici della «prolusione»: quelle riferibili all'inchiesta sulla ragazza marocchina, per la quale Ber-lusconi è stato indagato. Da ieri, però, palazzo Chigi sa che la Cei cont...

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    Comments: 0 | Views: 43Last Post by: izolano (26/1/2011, 00:42)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 29/8/2010, 19:05 by: izolanoReply
    ''Da un parte l'auspicio che tutti facciamo e' che si risolva la vertenza Fiat nel modo migliore per tutti, dall'altra parte le parole che il Capo dello Stato ha detto mi pare siano proprio una linea di azione valida per tutti''. E' stato stamani a Genova l'invito dell'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, fatto a margine delle celebrazioni per il 520/mo anniversario dell'apparizione della Madonna della Guardia.

    Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva esortato affinche' sui ''tre lavoratori licenziati poi reintegrati a Melfi si rispetti la decisione dei giudici''.

    ''L'equilibrio demografico non solo e' necessario alla sopravvivenza fisica di una comunita', che senza bambini non ha futuro, ma e' anche condizione per quella alleanza tra generazioni che e' essenziale per una normale dialettica democratica'' ha affermato.

    ''Anche per questo - ha ricordato l'arcivescovo di Genova - la Chiesa da molto tempo va dicendo che, in Occidente, dietro ad una bassa demografia sta una catastrofe culturale grave''.

    ''La scarsita' di bambini - ha proseguito il presidente della Cei - significa non solo un futuro autunnale, ma gia' ora crea squilibri tra le generazioni, causa una poverta' educativa non solo perche' noi adulti siamo sottratti al compito di educare, ma anche perche' non siamo piu' educati noi stessi. I ragazzi e i giovani, infatti, ci costringono a metterci in discussione; ci provocano a uscire da noi che, per eta' e acciacchi, tendiamo a ripiegarci sui nostri bisogni immediati''.

    ''Non sono solamente i genitori che, avendo dei figli, devono cambiare prospettive e stili, devono pensare e organizzarsi in rapporto ai figli nelle diverse eta' - ha osservato il prelato -. E' la societa' nel suo insieme che deve pensarsi e organizzarsi in tal senso. Per assurdo, una societa' senza bambini e ragazzi, cosi' come una societa' senza anziani, sarebbe gravemente mutilata, non potrebbe funzionare''.

    ''Una nuova classe politica, cristiana nei fatti non nelle parole, e' un richiamo da sempre. Fa parte della fede di ogni credente essere in modo intelligente coerente con la propria fede e presente nelle diverse responsabilita' sociali, civili e politiche'' ha dichiarato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei.
    ''E' indubbio - ha indicato il cardinale Bagnasco - che anche il mondo politico abbia bisogno sempre di presenze qualificate e coerenti; sia quelle che ci sono in questo momento, come quelle di ieri e come quelle di domani. Presenze qualificate affinche' la storia proceda''.

    Sono stati migliaia i pellegrini giunti dall'alba al Santuario della Madonna della Guardia, sul monte Figogna nell'entrot...

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    Comments: 0 | Views: 46Last Post by: izolano (29/8/2010, 19:05)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 31/8/2009, 15:36 by: izolanoReply
    «Un attacco virulento e basso», dicevano l’altro giorno in Vaticano, «disgustoso e molto grave », ha sillabato ieri il cardinal Bagnasco. Gli articoli del Giornale berlusconiano contro il direttore di Avvenire Dino Boffo, con tanto di accusa a cardinali come Ruini e Tettamanzi che avrebbero saputo e coperto il presunto «scandalo», non potevano che compattare l’istituzione, almeno verso l’esterno. Sul fronte interno, invece, la faccenda è un po’ più complicata e non riguarda le accuse a Boffo ma la linea recente del quotidiano cattolico, che a quanto si dice Oltretevere ha provocato qualche irritazione nella segreteria di Stato.

    Per capirla bisogna tenere presente due date: 25 marzo 2007 e 17 agosto di quest’anno. Alla prima risale la lettera che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, inviò al cardinale Bagnasco, in occasione della sua nomina a presidente della Cei, un testo che fa da sfondo alle tensioni interne degli ultimi tempi. In quella lettera, tra l’altro, il cardinale Bertone scriveva: «Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche, assicuro fin d’ora a Vostra Eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale...». Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'intessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i governi civili».

    Una linea «istituzionale» e aliena dalle polemiche politiche che non è cambiata: il 17 agosto si è completato il nuovo assetto della Segreteria di Stato con la nomina di monsignor Ettore Balestrero, 42 anni, a sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Un mese prima Benedetto XVI aveva nominato monsignor Peter Brian Wells, americano di 46 anni, assessore agli Affari Generali, l’altro «numero tre» della Segreteria di Stato. I vertici sono ora tutti di nomina ratzingeriana e insomma il cardinale Bertone, si spiega Oltretevere, «ha in mano la macchina» più che mai saldamente.

    Per questo la Santa Sede respinge l’idea di una «crisi istituzionale» con il governo. Le polemiche estive non sono piaciute, e non si tratta solo dello «stillicidio » sulle vicende del premier: quando Avvenire ha fatto un parallelo fra le tragedie dei migranti morti in mare e la Shoah, «in segreteria di Stato sono rimasti sconcertati».

    Il cardinale Bertone, tre giorni fa, diceva in un’intervista all’ Osservatore Romano : «È invalsa l'abitudine di imputare al Papa — o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano — la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto».

    Del resto, è un segnale...

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    CEI,
    Chiesa cattolica,
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    Comments: 0 | Views: 75Last Post by: izolano (31/8/2009, 15:36)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 23/8/2009, 09:45 by: izolanoReply
    E il Vaticano: "Rispettare sempre diritti dei migranti"
    Roma, 22 ago. (Apcom) - E' scontro tra Umberto Bossi e i vescovi italiani e il Vaticano, sulla tragedia avvenuta al largo delle coste di Lampedusa e all'indomani di un editoriale dell''Avvenire' che condannava la legge del silenzio per le tragedie in mare paragonabili ai silenzio della Shoah. L'accostamento "è troppo forte" e ha "poco senso", dice il leader della Lega. "Perchè le porte non le apre il Vaticano che ha il reato di immigrazione", afferma. "Che comincino a dare il buon esempio". Il Vaticano, per bocca di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti (dicastero competente in tema di immigrazione), esprime dolore per il continuo ripetersi delle morti in mare e chiede alle società sviluppate di "rispettare sempre i diritti dei migranti, senza chiudersi all'egoismo". "L'ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia - afferma mons. Vegliò alla 'Radio Vaticana' - ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella 'Caritas in veritate': 'Ogni migrante è una persona umana' che 'possiede diritti fondamentali inalienabili' da rispettare 'in ogni situazione'". Queste tragedie, spiega il presidente del dicastero vaticano, "colpiscono esseri umani che cercano di raggiungere Paesi o regioni economicamente più sviluppati, per fuggire povertà e fame. Per questo sono pronti a rischiare tutto, anche la loro stessa vita". "Quindi, se da una parte è importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie - prosegue - è legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C'è tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi. Ciò si accentua in situazioni di estrema necessità, come per esempio l'essere in balia delle onde del mare". "Certamente - ribadisce mons. Vegliò - le nostre società cosiddette civili, in realtà hanno sviluppato sentimenti di rifiuto dello straniero, originati non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha. Poi si raggiungono estremi, ove la condivisione dei beni viene fatta provvedendo piuttosto al benessere degli animali domestici". Per questo, "il nostro Pontificio Consiglio - conclude - è addolorato per il continuo ripetersi di queste tragedie". E' monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, a rispondere con toni duri a Umberto Bossi. "Le sparate a salve di Bossi - che ormai non fanno più storia perchè ci ha abituato - sono solo per i suoi seguaci e non per chi come noi vuole risolvere la situazione e sono talmente gravi al pari dei fatti incresciosi avvenuti al largo del Mediterraneo", chiosa il vescovo. "Vorrei sapere da quali fonti di informazione, Bossi deduca che il V...

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    Comments: 0 | Views: 69Last Post by: izolano (23/8/2009, 09:45)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 8/5/2009, 15:46 by: izolanoReply
    Benedetto XVI inizia in queste ore il suo pellegrinaggio di otto giorni in Terra Santa. Lo attende un groviglio di inquietudini religiose, etniche e politiche (che non ha eguali nel mondo) lungo un percorso che va da Amman a Tel Aviv, da Gerusalemme a Betlemme fino a Nazaret: è un itinerario che tocca i luoghi più significativi della vita di Gesù e dell'annuncio del Vangelo, ma è anche il teatro dello scontro fratricida tra i fedeli delle religioni del Libro in difesa di una terra contesa. E il Papa ci va come «pellegrino di pace, nel nome dell'unico Dio che è Padre di tutti». Ci va con l'obbiettivo dichiarato di «confermare e incoraggiare i cristiani» e soprattutto testimoniare «l'impegno della Chiesa Cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione».
    Per molte ragioni questo viaggio non sarà facile. C'è diffuso in campo mussulmano il timore che a trarne vantaggio sia soprattutto Israele, conoscendo le posizioni di Ratzinger in tema di dialogo religioso con l'ebraismo. Anche se verso l'Islam la Santa Sede di recente ha mandato molti segnali di attenzione, in nome della straordinaria sintesi culturale maturata a cavallo del primo millennio grazie agli stimoli della filosofia araba medievale.
    Purtroppo alla radice del conflitto mediorientale sta come un macigno una questione che è, e rimane, squisitamente politica: la creazione dello Stato di Israele nel 1948 senza troppo considerare le popolazioni arabo-palestinesi presenti in quel territorio. E che la questione sia politica la Santa Sede l'ha capito da tempo e non si stanca di sostenere la necessità di creare in pacifica coesistenza due stati, indipendenti e sovrani, uno israeliano e l'altro palestinese.
    Malauguratamente però al carattere politico della questione, nella dilazione delle scelte, si sono progressivamente aggiunti, a complicare le cose, i motivi etnici e quelli religiosi che invece di aiutare a superare i contrasti e abbattere gli steccati, hanno contribuito a dividere sempre di più, esasperando integralismi ed estremismi, quando non anche forme esasperate di violenza e di terrore.
    Per riportare il contrasto arabo-israeliano nell'alveo della dimensione politica occorre, secondo Benedetto XVI, recuperare al più presto la comune matrice religiosa che ha il suo fondamento nella Bibbia e così riscoprire tutti insieme il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. E in questa direzione si muove, animato dalla speranza, il Vescovo di Roma che concluderà il suo pellegrinaggio a Gerusalemme, «la città-simbolo per eccellenza - come ha ricordato domenica scorsa in Piazza San Pietro - là Cristo è morto per riunire tutti i figli di Dio dispersi».
    Sarà un'impresa difficile, da profeta disarmato che a Gerusalemme ripeterà con Isaia:«...( i popoli) forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della gue...

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    Benedetto XVI,
    Chiesa cattolica,
    Medio Oriente
    Comments: 0 | Views: 77Last Post by: izolano (8/5/2009, 15:46)
     

    B_NORM    
    view post Posted on 5/5/2009, 13:26 by: izolanoReply
    il divorzio di berlusconi dalla moglie diventa fatto pubblico. E il fronte cattolico comincia a prendere posizione. Il giornale della CEI, l'Avvenire critica pesantamente il comportamento assunto dal Cavaliere.


    può aver suscitato qualche stupore che la first lady, da «parte offesa», abbia scelto la maggiore agenzia giornalistica per commentare le discutibilissime scelte del marito-premier e, qualche giorno dopo, due tra i più grandi giornali italiani per metterlo idealmente alla porta. E lui? Il presidente esuberante, il presidente esteticamente corretto, allergico alla bruttezza e con un debole dichiarato per la gioventù delle attrici in fiore, pur avendo scelto la guasconeria come arte del consenso ora scopre di colpo il basso profilo e la privacy. E grida al complotto.
    È chiaro che a nessuno è lecito usare i disastri altrui come arma politica. E a nessuno dovrebbe essere concesso di sguazzare là dove sono in gioco i sentimenti delle persone e la vita di una famiglia. Essere ricchi, potenti e famosi non mette al riparo dalle sofferenze, i soldi non risarciscono nessun figlio dal dolore di assistere alle liti e al divorzio dei genitori. Tanto più se pubblicamente.
    Pubblicamente, allora, qualche appunto va preso: ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto «ciarpame» alla fin fine farebbero volentieri a meno. Preoccupa perché la politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di sé. Non ci è piaciuto quel clima da scambio di 'favorini' veri, falsi o presunti tra amici e amiche. E ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi, arriva il momento del conto.
    Possiamo dirlo? Questa volta abbiamo vissuto con autentica tristezza il valzer delle candidature: se ci fossero davvero in lista d’attesa veline o attricette non lo sapremo mai, ma anche solo l’ipotesi di un uso delle ragazze come esca elettorale è suonata sconfortante. Perché inaccettabile è una concezione della donna meramente strumentale: la «candidata» dev’essere bella, giovane, piacente... possibilmente disponibile. Magari così solo allo sguardo degli estranei, ma si sa che le apparenze contano. E queste rivelano un ricorso talora spregiudicato al potere. Tuttavia la politica buona, quella che a volte diventa anche grande, è del potere un uso ben temperato, è sereno rigore, è consapevolezza della tenace significanza di un impegnativo discrimine etico. È tenere sempre bene a mente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel «fare».
    Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a varare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e ...

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    Berlusconi,
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    Comments: 0 | Views: 62Last Post by: izolano (5/5/2009, 13:26)
     

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    view post Posted on 17/4/2009, 21:44 by: izolanoReply
    MARCO TOSATTI

    Un attentato con esplosivi ha colpito ieri la casa del cardinale boliviano Julio Terrazas, presidente della Conferenza episcopale boliviana, nella città di Santa Cruz, cuore dell’opposizione autonomista al governo del presidente Evo Morales. L’esplosione, avvenuta poco dopo la mezzanotte, ha provocato solo danni al portone d’ingresso, ma ha lanciato l’ennesimo segnale preoccupante sulla stabilità politica del paese andino, a pochi mesi dalle elezioni generali anticipate volute dal capo di Stato dopo l’approvazione della nuova Costituzione, confermata anche da un referendum. Nell’edificio si trovavano tre persone, che non sono rimaste ferite, ma il cardinale non era presente. Terrazas era stato protagonista di un duro scambio di accuse con Morales, in particolare in relazione alla riforma costituzionale che ha ridotto, a livello formale, il ruolo della Chiesa cattolica nel Paese.
    Intanto in Venezuela il vescovo ausiliare Jesus Gonzalez Zarate, segretario generale della Confenza dei vescovi venezuelani, ha denunciato un'irruzione nel quartiere generale dei vescovi avvenuta martedì scorso. Non sembra che siao stati sottratti oggetti o documenti, ma vari uffici, compreso quello del presidente dei vescovi, sono stati messi a soqquadro.
    Secondo il giornale El Universal, gli impegati della Conferenza hanno trovato archivi e cassetti aperti e in cui sconosciuti avevano evidentemente rovistato. Hanno chiamato subito la polizia, che è giunta dopo pochi minuti. Gli investigatori hanno detto che nessun documento importante, e nessun oggetto di valore è stato asportato. Gli intrusi se ne sono andati con un computer portatile.
    Gonzalez ha detto che non sono arrivati a un'ipotesi conclusiva sulla natura dell'irruzione, ma che l'incidente "ha espresso quello che i vescovi hanno detto una settimana fa, che c'è un clima di insicurezza che è diventato generale. Oggi è accaduto a noi, come in passato è accaduto a molti nostri concittadini nelle loro case, uffici e così via, e questo è l'appello che i vescovi hanno fatto, inforzare le misure di sicurezza, insegnare alla gente a vivere in pace, a vivere insieme, a evitare i conflitti".
    La situazione nel paese vive momenti di grande tensione. Secondo il sindaco di Caracas Antonio Ledezma, eletto lo scorso novembre con il 52 per cento dei voti, il presidente venezuelano Hugo Chavez agisce come un vero dittatore. In una intervista pubblicata oggi dal quotidiano spagnolo El Pais, Ledezma spiega infatti che Chavez lo ha di fatto esautorato, istituendo con una legge promulgata questa settimana la nuova carica non elettiva di capo del governo di Caracas, a cui sono stati trasferiti gran parte dei poteri del sindaco. Come scrive El Pais, si tratta di un altro provvedimento adottato da Chavez per bloccare il cammino dei suoi avversari politici. Da quando le forze di opposizione hanno vinto le elezioni amministrative, conquistando la capitale Caracas e quattro ...

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    America Latina,
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    Comments: 0 | Views: 89Last Post by: izolano (17/4/2009, 21:44)
     

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